Già prima della guerra e della pandemia i social network erano infestati da troll, fake, bot e disturbatori di varia natura, tuttavia negli ultimi tempi c’è stata una vera e propria invasione di natura chiaramente artificiale per disinformare, destabilizzare e provare a orientare l’opinione pubblica. Ma partiamo dall’inizio e cerchiamo di fare chiarezza.
Cos’è un fake?
Un fake – dall’inglese falso, contraffatto, alterato – è un profilo social fasullo creato con l’obiettivo di spacciarsi per qualcuno che non si è o per falsificare/nascondere la propria vera identità.
La prima vera distinzione da fare è sulla natura di chi crea un fake: possono essere persone reali oppure i fake possono essere opera di bot, programmati per compiere azioni simili a quelle di un essere umano. Questi fake bot – senza scendere troppo in tecnicismi – possono commentare, condividere, partecipare alle varie attività sui social media proprio come farebbe un profilo reale. Poiché sappiamo bene che gli algoritmi delle piattaforme social tendono a preferire i contenuti che “riscuotono successo” l’utilizzo dei fake bot può orientare l’opinione pubblica incrementando o diminuendo artificalmente la visibilità dei vari post.
L’altra categoria di fake, secondo me molto più pericolosa e odiosa, è quella costituita dai profili falsi creati da utenti reali, i quali si nascondono dietro account vuoti creati ad hoc per disinformare, disturbare, insinuare, diffondere fake news. In questi casi abbiamo persone in carne ed ossa (spesso molto capaci, competenti e dotate di grandi risorse) che provano deliberatamente ad alterare il dibattito pubblico. L’utente medio dei social – pensiamo a una zia over 70 – non riesce a individuare gli account falsi, quindi interagisce con loro ed è portato a ritenere veritieri i contenuti da questi condivisi. Si tratta di un circolo vizioso indotto strategicamente da chi ben conosce le dinamiche social e i meccanismi neurocomportamentali degli utenti social. Insomma, certe cose non capitano per caso.
Come riconoscere un fake?
Un occhio esperto riconosce immediatamente un fake, chi non lo è però può far attenzione a questi semplici consigli:
- bio e descrizione del profilo poco curate, incomplete o addirittura inesistenti
- tanti follower e pochi seguaci (following)
- i seguaci a loro volta hanno una conformazione simile (tanti follower, pochi seguaci, niente bio)
- pochi post, pochi commenti e bacheca vuota
- i post vertono solo su un argomento
Successivamente è possibile aggiungere ulteriori controlli più specifici come l’analisi delle foto pubblicate e dei post pubblicati, lo scan della foto profilo, condivisioni e commenti. Tranquilli, è più semplice a farsi che a dirsi.
Esempio 1
Prendiamo Gian Pietro Matti che ha una forte simpatia per Putin proporzionale all’antipatia che prova per Zelensky come dimostra chiaramente il seguente commento.
Entrando nel profilo di Gian Pietro Matti possiamo osserva che trattasi di un maschio particolarmente solo. Non ha una foto. Non ha amici. Non pubblica nulla. Ci tiene a informarci che è maschio.
La sua unica attività è quella di insultare chi non è filorusso e glorificare il suo mito che è Putin.
Interessante notare poi che l’unico suo follower è un certo Nino il quale a sua volta non ha foto, amici, bio. Insomma un altro uomo solo.
Esempio 2
Un altro esempio di fake molto interessante, perché più sofisticato, è quello di Mary che a differenza dei precedenti amici compie un notevole salto di qualità e ci mostra la foto profilo e una bio, tanti amici e numerosi post.
Tuttavia Mary ha compiuto alcuni errori che saltano facilmente all’occhio, il più macroscopico di tutti è quello di aver utilizzato una foto profilo falsa e per scoprirlo è stato davverso semplice. Basta scaricare la foto sul proprio pc e poi inserirla nell’apposito servizio offerto da Google (Search Image) per scoprire che la stessa foto è stata utilizzata per decine di profili fake. Evidentemente al creator piacciono le donne mediterranee.
Ovviamente ogni profilo presente in questa lista è un fake matrioska che al proprio interno nascone tanti altri account falsi. Da quest’ultima immagine già è possibile intravedere la potenza del fenomeno: una sola persona può creare una rete immensa che se utilizzata con dovizia può ottenere risultati stupefacenti. Avete mai sentito parlare della “Bestia“, la macchina del fango e/o fabbrica di popolarità social della Lega ideata da Morisi? No? Dovreste…