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La Reputazione Digitale come Valore aggiunto

Quando dovete scegliere una struttura alberghiera per passare un fine settimana in famiglia vi affidate a ciò che gli hotel scrivono sui loro siti web oppure date grande importanza a ciò che i vostri amici, conoscenti o anche semplici sconosciuti vi raccontano della loro esperienza?
E se dovete scegliere tra due modelli simili di smartphone?

Nella società della socialità e della condivisione siamo oramai abituati a non fermarci a ciò che i brand ci raccontano di loro (identità), ma cerchiamo recensioni, esperienze, racconti di chi è già entrato in contatto con quel determinato brand (reputazione) per farci un’idea più precisa di ciò che stiamo cercando o che siamo in procinto di scegliere.
Sia ben chiaro però che i due comportamenti non sono alternativi tra loro, piuttosto l’uno è propedeutico all’altro.

Per tornare all’esempio degli smartphone, l’utente prima analizza “l’identità” dei singoli prodotti (caratteristiche tecniche e prezzo) e poi si rivolge alla propria community di riferimento per avere informazioni più soggettive (lo schermo non è adatto a dita grosse) che costituiscono la “reputazione”, positiva o negativa del prodotto o servizio in questione.

Se si è d’accordo con ciò che sopra è stato evidenziato, non si può non constatare come la reputazione digitale diventi in questo modo un valore aggiunto, se coltivata e gestita con attenzione e cura, seguendo alcune regole di buon senso basate sulla gentilezza, educazione, coerenza, la trasparenza e (last but noe least) il rispetto dell’utente/consumatore.

Rispondere alle email con celerità, permettere i commenti sui canali social, accettare il contraddittorio e le recensioni negative, ovvero reagire alle sollecitazioni degli utenti utilizzando le regolette citate poco sopra garantisce con buona probabilità la costruizione di una buona reputazione digitale.

Articolo pubblicato sulla rivista “For Leader – Il Magazine dei Leader di Successo“.
È possibile scaricare il magazine numero 10 direttamente dal sito www.forleader.it al prezzo di un sorriso 🙂 e di una semplice condivisione, sempre se ne avete voglia 😉
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I Nomi a Dominio sono importanti

Da umile bracciante del web ho sempre consigliato di NON utilizzare mai, e dico MAI, la forma societaria nei nomi a dominio (spa, srl, srls, etc). Dico mai, eh!

Non c’è niente di più brutto che leggere nomedominiosrl.it come dicevano Aldo, Giovanni e Giacomo nello sketch dei Bulgari “rabbrividiamo” 🙂

Vi immaginate un’insegna pubblicitaria con sopra scritto “Gruppo Coin Spa con socio unico” al posto del semplici e bello “Coin“?
Sarebbe da pazzi oppure da incompetenti. In entrambi i casi comunque una scelta totalmente sbagliata.

Ok, allora se ciò non accade per i negozi fisici perché mai dovremmo adottare un tal comportamento per i nostri siti web? Cosa ci hanno fatto di male?

Il dominio è il nome del nostro progetto sul web, un segno distintivo di enorme importanza, il primo step di un’efficace strategia digitale.
La reputazione digitale di un brand passa anche da queste cose.

E non mi venite a dire frasi tipo “ma quello che volevo io è già occupato…” gne gne gne… esistono bravissimi professionisti (non io, sia ben chiaro) che sicuramente avrebbero potuto aiutarvi a scegliere un dominio d’impatto, facilmente memorizzabile e senza la ragione societaria: basta pagarli e ammettere che ognuno è bravo a fare il proprio lavoro 😉

In altre parole la scelta del nome a dominio è delicata, va ponderata e non bisogna lasciarsi prendere dall’istinto e improvvisare.

Alcune semplici caratteristiche che deve avere un buon dominio:

  1. Breve
  2. Non cacofonico
  3. Difficile da confondere con altri nomi
  4. Facile da scrivere

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Stupidi al Quadrato

Su National Geographic Channel da stasera 15 settembre 2015 alle 21.25 torna la seconda stagione di “Stupidi al Quadrato“, anticipata da una campagna social molto, molto divertente e ben fatta 🙂

Troviamo una serie di illustrazioni fatte veramente bene.
Si parte da uno stupidi al quadrato con Effetto Magnus:

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Stupidi al quadrato e la forza di frizione.130057

Come cadere “bene” dalla bicicletta è importante per non passare da stupidi 😉

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Anche piegare le ginocchia serve a non farsi male durante una caduta.

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Gli stupidi poi ci spiegano anche quanto volte saltano i pallavolisti durante una partita, tante… tante…

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Richard Hammond ci accompagna per una interminabile raccolta di sfortunati incidenti e brutte figure, complice un eccessivo coraggio o semplice incoscienza.
Ogni settimana Stupidi al quadrato ci presenta più di 50 clip di straordinari errori che, grazie ad animazioni ad hoc e all’uso di un super slo-mo, ci aiuteranno a capire la fisica, la chimica e la biologia, presentando dettagli forensi per spiegare l’aspetto scientifico dietro all’irrazionalità umana. E se gli incidenti degli essere umani possono essere divertenti, nei nuovi episodi scoprirete che quelli degli animali lo sono ancora di più!

Gattini imbranati, cani speciali e animali selvaggi che si trasformano in bestioline adorabili con le loro avventure spericolate, se vi piacciono Stupidi al quadrato è la trasmissione fatta per voi!

L’etica aziendale e il piacere di stare insieme

Se la morale è l’insieme dei valori e principi che ci vengono dettati dalla coscienza individuali e secondo i quali l’uomo agisce, ecco che il diritto sono quelle norme che lo Stato sanziona con i propri tribunali e con la propria forza esecutiva.

In pratica le norme morali sono le libere scelta che come individui facciamo ogni giorno (l’educazione e il contesto ambientale giocano un ruolo fondamentale, ma tutto sommato si ha sempre la possibilità di cambiare idea e modificare la propria condotta morale), invece le norme di diritto che ci vengono imposte da un soggetto superiore dotato di forza impositiva e decisionale.

Tra questi due estremi si posiziona l’etica.

Secondo una visione etica i valori comportamentali non sono liberamente scelti (morale) e ne imposti da un soggetto dotato di imperio (diritto), bensì sono condivisi in una relazione intersoggettiva che si sviluppa entro uno “stare-insieme” relativamente stabile.

Secondo Hegel, sono le relazioni etiche quelle che tengono insieme gli individui e consentono il coordinamento intersoggettivo dell’agire, così come sono le relazioni etiche esistenti a costituire il vero criterio su cui fondare l’agire individuale.

Se trasponiamo questi concetti nell’analizzare le azioni di un’organizzazione imprenditoriale è chiaro che l’etica aziendale non è determinata tanto dal contenuto dei suoi comportamenti, quanto dalla fonte della doverosità di quei comportamenti.

Il comportamento è etico solo quando è l’esito di un incontro, di una relazione, di una scelta condivisa tra l’azienda e coloro che ne fanno parte.

Ciò avviene non perché ci sono delle leggi che lo impongono e non perché dei valori morali inducono la nostra coscienza a tenere determinati comportamenti.

Quest’incontro avviene perché sono i singoli a decidere di agire eticamente e di costituire un gruppo.