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Tortura per bambini

Tranquilli non è come appare, ma solo un esperimento.

Tra la fine degli anni sessanta e l’inizio degli anni settanta, il ricercatore Walter Mischel cominciò a torturare metodicamente bambini di 4 anni alla scuola materna della Stanford University.
Più di 500 bambini furono iscritti al diabolico programma dai loro stessi genitori, molti dei quali, come milioni di altre persone, in seguito avrebbero riso senza pietà di fronte ai video dei poveri bambini che si dibattevano.

Il micidiale esperimento fu chiamato “test del marshmallow” e rappresenta un modo interessante di valutare la forza di volontà.

A ciascun bambino veniva offerto un dolcetto (il famigerato marshmallow), poi gli veniva spiegato che il ricercatore doveva uscire dalla stanza per 15 minuti. Se il bambino riusciva a resistere e a non mangiare il dolcetto fino al ritorno dello studioso, in premio ne avrebbe ottenuto un secondo.

Un dolcetto subito oppure due più tardi!

Lasciati da soli con un invitante e gustoso dolcetto (che non potevano mangiare), i bambini escogitavano ogni genere di strategia di differimento, dal chiudere gli occhi, al tirarsi i capelli, voltarsi, alzarsi e gironzolare, annusare, pesino accarezzare l’ambita preda.
In media resistevano meno di 3 minuti.

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Solo 3 su 10 erano in grado di ritardare la gratificazione fino al ritorno del ricercatore. Si capiva chiaramente che la maggior parte dei bambini aveva difficoltà con il differimento della ricompensa. La forza di volontà non era abbastanza durevole.

Dopo molti anni, Mischel cominciò a osservare sistematicamente i soggetti dell’esperimento, oramai adulti consapevoli. Le sue supposizioni si rivelarono corrette: la forza di volontà o l’abilità di differire la gratificazione era un indicatore importante del futuro successo del bambino.

Nei trent’anni seguenti i ricercatori pubblicarono numerosi studi su come i “differitori forti” se la fossero cavata meglio riscuotendo un maggior successo accademico, votazioni superiori alla media, maggiore autostima e migliore capacità di gestire lo stress.

Sul versante opposto, i “differitori deboli” sviluppavano la tendenza al sovrappeso nel 30% dei casi, più propensi allo stress e alle dipendenze in generale.

In altre parole, la costanza, la pazienza e la forza di volontà si dimostrano indispensabili per vivere una vita consapevole e di valore.

(Testo tratto e adattato da “Una cosa sola” di Gary Keller)

 

 

La forza del Video Marketing

È sempre più evidente come il Video Marketing stia assumendo un ruolo sempre più incisivo sul Web ed in particolare sui Social Network.

Uno studio di Cisco (tra i tanti che trattano l’argomento) afferma per esempio che tra 2 anni il 69% della banda mondiale di Internet sarà impiegata per guardare i video,
Un altro dato interessante invece è la proiezione degli investimenti in questo determinato settore che si stima intorno al 70% in più rispetto all’anno scorso. Insomma, tutto ci dice che il Video Marketing è – e presto lo diventerà ancor di più – uno degli ingredienti fondamentali di tutte le strategie di marketing digitale.

Non siete ancora convinti? Avete bisogno di qualche esempio? Ok, lo avete voluto voi! Ecco 2 video che è impossibile non guardare… e se li troviamo nello stream dei nostri social network, ci ammalino, ci seducono e conquistano la nostra attenzione: beh, quindi, cos’altro pretendiamo da un’azione di marketing? 🙂

Mime Through Time by SketchSHE

Get Lucky (Daft Punk) suonata da 10 Chitarristi Famosi

Ed ora ditemi che il Video Marketing non è adorabile e che non avevo ragione 🙂 🙂 🙂

Video Viral Marketing

Social Video Marketing

Riportiamo la definizione di Wikipedia:

Social video marketing (SVM) is a component of an integrated marketing communications plan designed to increase audience engagement through social activity around a given video. In a successful social video marketing campaign, the content, distribution strategy and consumer self-expression tools combine to allow an individual to “add their voice” or co-create value to a piece of content – then further propagating it out to their social circles.

Social video typically benefits from a halo effect cast by the “influencers” of a given social grouping.

SVM draws on consumer-culture theory, economic theory, and social theory around the psychology of sharing. Social video marketing differs from social marketing, which has the intent of influencing behavior for a social good.

Auguri Slowhand

L’ho sentito suonare dal vivo in un meraviglioso concerto a Cava de’ Tirreni nel 2011 e la sua chitarra, insieme a quella di zio Pino, ancora risuona nella mia testa.
Perché il blues ha un volto ed è quello di Eric Clapton, che oggi compie 70 anni.

Auguri zio Eric e torna da queste parti, perché abbiamo un enorme bisogno di miti da amare 🙂

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Alzatevi per un’altra vita, imparate a vivere meglio

(Tratto da “Il segreto dell’infanzia” di Maria Montessori)

Tuo figlio la sera quando va a letto chiama la persona che ama e vorrebbe che non lo lasciasse. E quando noi andiamo a mangiare, lui vorrebbe venir con noi, non già per mangiare anche lui, ma per guardarci, per starci vicino.

L’adulto passa accanto a questo mistico amore senza riconoscerlo: ma badate, quel piccino che vi ama crescerà e scomparirà.

Chi vi amerà come lui?
Chi vi chiamerà andando a letto, dicendo affettuosamente: “stai qui con me” anziché dire con indifferenza: “buona notte”?

Chi desidererà altrettanto ardentemente starci vicino mentre mangiamo solo per guardarci?

Noi ci difendiamo da quell’amore, ma non ne troveremo mai un altro uguale.
E diciamo inquieti: ”non ho tempo, non posso, ho da fare!” mentre in fondo pensiamo: “bisogna correggerli, i bambini, se no si finisce per essere loro schiavi”.

Un terribile capriccio del bambino consiste nell’andare la mattina a svegliare papà e mamma. Ma che cos’è, se non amore, quello che spinge il bambino appena alzato ad andare a cercare i genitori?
Quando il bimbo salta dal letto, presto, al sorgere del sole, come devono fare gli esseri puri, va in cerca dei genitori che dormono ancora come per dir loro: “imparate a vivere santamente, è già chiaro, è mattina!”.
Egli non va da loro per fare il pedagogo: accorre solo per rivedere gli esseri che ama.

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La stanza, forse, è ancora buia, ben chiusa, perché non dia fastidio la chiarità del giorno. Il bambino si fa avanti vacillante, col cuore oppresso dalla paura del buio, ma supera ogni timore e va a toccare dolcemente i genitori. Il padre e la madre brontolano: “ma non ti si è detto tante volte che non devi venire la mattina presto a svegliarci?“.

Non vi ho svegliati, vi volevo dare un bacio!

Come dicesse: “Non volevo svegliarvi materialmente, volevo chiamare il vostro spirito.

Sì, l’amore del bambino ha immensa importanza per noi.

Il padre e la madre dormono tutta la vita, tendono ad addormentarsi sopra tutte le cose, e hanno bisogno di un nuovo essere che li svegli e li rianimi con l’energia fresca e viva che in essi non esiste già più: un essere che si comporti diversamente da loro, e dica loro ogni mattina: “Alzatevi per un’altra vita, imparate a vivere meglio”.

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La scienza del Marketing Sensoriale

Per 20 anni gli esperti di marketing dei settori più diversi hanno accumulato esperienza e competenza nell’entrare in contatto con la clientela tramite i cinque sensi, imparando a utilizzare i segnali – il pizzicore di un collutorio o il grattare di una penna Sharpie sulla carta – in grado di intensificare la percezione di un Brand.
Nell’anno appena trascorso abbiamo assistito ad un risveglio di interesse sull’argomento anche in ambito accademico.
I nuovi studi infatti registrano l’inizio di un’era in cui saranno sempre più numerosi i produttori di beni di consumo che si rivolgeranno al marketing sensoriale.

Molte di queste nuove ricerche sono imperniate sul concetto di embodied cognition, ossia l’idea secondo cui anche in assenza di una cosciente consapevolezza le nostre sensazioni corporee contribuiscono a determinare decisioni che prendiamo. Per esempio, le persone che hanno brevemente tenuto in mano una bevanda calda fanno registrare una maggiore possibilità di ritenere amichevole uno sconosciuto rispetto a coloro che sono entrati in contatto con una bevanda fredda.

Nel marketing “cominciamo a renderci conto di quanto possono essere forti le reazioni agli stimoli inconsci” dice Adam Brasel associato di marketing al Boston College.
Aradhna Krishna dirige il Sensory Marketing Laboratory della University Michigan considerata la massima esperta in questo campo, ritiene che molte aziende da poco hanno cominciato a riconoscere quanto sia forte l’impatto dei sensi sulle parti del cervello: perché il vino ha un sapore migliore in un bicchiere da vino che in uno da acqua? Perché un’immagine pubblicitaria che ritrae una torta è più convincente se la forchetta è collocata sulla destra della torta stessa? Perché il profumo di cannella fa sembrare più efficace un cuscinetto scaldamani?

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Krishna si è resa conto che quando risultano in qualche modo congruenti i sensi si amplificano a vicenda (dato che la cannella suggerisce calore, può accrescere le attrattive e l’efficacia apparente di uno scaldamani). Si tratta di influenze sottili e proprio per questo particolarmente forti. I consumatori non le percepiscono come messaggi di marketing e perciò non reagiscono con la resistenza che normalmente oppongono alla pubblicità e ad altri tipi di promozioni.

Le case automobilistiche sono da anni particolarmente attente ai cinque sensi: i progettisti sono fortemente impegnati a ottimizzare la sensazione dei pulsanti al tatto, il rumore rassicurante delle portiere quando si chiudono, l’odore specifico dell’automobile nuova.

E tuttavia ancora ampi sono i settori dell’industria di consumo che si concentrano esclusivamente sugli aspetti visivi, curandosi poco degli aspetti sensoriali. Chi segue lo sviluppo e la commercializzazione dei prodotti deve modificare questo approccio. I dirigenti delle banche devono fare un modo che gli uffici delle filiali trasudino il rassicurante aroma di legno e cuoio che rimanda un messaggio di ricchezza.

I produttori di beni di lusso che vendono online devono considerare il messaggio che trasmettono spedendoli avvolti in una busta di plastica invece che in carta velina di alta qualità.

Tutte le aziende dovrebbero prendere in considerazione una progettazione di tipo olistico che utilizzi i sensi per creare e intensificare una personalità del brand gradita e ricordata dai consumatori.

Smell-your-brand-il-marketing-sensorialeFonte: Harward Business Review Italia, Marzo 2015