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La metropolitana resterà chiusa

…io avrei preferito per SEMPRE, invece solo dal 13 al 15 giugno.

Ma perché? Perché il personale dell’azienda era tutto impegnato per svolgere le attività legate ai referendum, insomma tutti i dipendenti della Metropolitana 6 di Napoli hanno fatto gli scrutatori.

Analizziamo un attimo la situazione:

  1. si è votato per i Referendum domenica e lunedì e considerato che il personale va al seggio il sabato, possiamo affermare tranquillamente che il periodo in qui gli scrutatori sono stati impegnati andava dal 11 al 13 giugno. Perché la metropolitana è rimasta chiusa dal 13 al 15?
  2. vi sembra giusto che dei dipendenti di un’azienda che fa servizio pubblico, tutti insieme contemporaneamente e allegramente, si assentino dal lavoro e blocchino un’intera attività di interesse (ripeto) pubblico?
  3. in un paese civile vale più l’interesse di un singolo (il lavoratore che partecipa come personale al referendum per guadagnare € 100/200) oppure l’interesse di una comunità che non può usufruire di un servizio pubblico fondamentale?
  4. se tutti i medici del policlinico decidessero di fare gli scrutatori, gli ospedali rimarrebbero chiusi?

Basta però farsi domande inutili: questa è la città in cui galleggiamo, questo è il paese in cui viviamo, questo è il presente che sopportiamo.

La democrazia è libertà. La libertà è partecipazione.

È vero che una percentuale delle persone che non va a votare è per il NO.

Tuttavia c’è anche sicuramente una larga parte che non può votare e – se potesse – voterebbe SI (pensate a quanti hanno un impedimento, un familiare da assistere, un lavoro a cui non si può rinunciare, una febbre da cavallo).

Altri ancora non sono stati bene informati. Non se la sentono di esprimere il loro giudizio. Nell’ignoranza preferiscono stare a casa.

In questo modo, è matematico che se non si raggiunge il quorum, quindi un numero congruo di persone, non si saprà mai se gli italiani, l’Italia, siano a favore o contro i quesiti proposti.

Il risultato di questa semplice equazione è lasciare tutto in mano alla politica, alla democrazia rappresentativa.

Ok, tutto legittimo, c’è scritto nella Costituzione, e poi sempre di democrazia si tratta.

Io vi invito solo a riflettere sul concetto – simile ma diverso – di democrazia diretta, quella che invochiamo quando andiamo al mercato e tutto costa di più, quando i ragazzi cercano lavoro e non lo trovano, quando giriamo per le strade e non ci sentiamo sicuri.

In quei momenti urliamo i nostri problemi alla classe politica e ci lamentiamo che nessuno ci ascolta. Ci rendiamo conto che ai piani alti non arriva la nostra voce.
Ebbene se non utilizzate lo strumento per eccellenza della democrazia partecipativa poi non lamentatevi che nessuno vi ascolta, che nessuno si occupa dei vostri problemi. Non vi lagnate che i politici si fanno i cacchi loro senza pudore!

La democrazia è libertà. La libertà è partecipazione.

Qui si fa la scoria o si vive

Da Wikipedia:

“In ingegneria nucleare si definisce scoria radioattiva lo scarto di combustibile nucleare esausto derivante dalla fissione nucleare.”

“Il combustibile esausto è infatti considerato scoria nucleare di III categoria, cioè scorie di alta radiotossicità e di grande persistenza nell’ambiente.”


SI, perché voglio un futuro VERO

Io non sono contro il “nucleare“, in quanto tale. Il nucleare è una tecnologia, uno strumento, un mezzo. E non si può essere contro una tecnologia.

Al massimo è possibile scegliere una tecnologia piuttosto che un’altra. Una visione politica piuttosto che un’altra. Un futuro piuttosto che un altro.

Ed è per questo che andrò a votare SI al referendum:

  • perché voglio un altro sviluppo, uno sviluppo green, nuovo, tecnologico, pulito, rinnovabile;
  • perché voglio un’altra visione politica, una visione politica attenta alle prossime generazioni, che non metta al centro di tutto lo sviluppo economico, ma la salute ed il benessere di tutte le persone;
  • perché voglio un’altra tecnologia, una tecnologia buona, omeopatica, che al massimo non serva a niente, ma non pericolosa;
  • perché voglio un futuro VERO, un futuro in cui le nuove generazioni possano vivere in serenità e senza paure.

In bocca al lupo Napoli!

Vivo Napoli quotidianamente, ma – per fortuna o purtroppo – non non ho votato alle ultime elezioni.

Ho le mie idee e convinzioni politiche, ma in questo momento mi sembrano superflue, inutili. I sentimenti che ora provo sarebbero stati gli stessi chiunque fosse diventato sindaco.

Ora come ora, infatti, mi sento solo di dire che la città è sull’orlo del baratro, in coma profondo se non proprio morta. Speriamo perciò che questa sia la volta buona, anche perché probabilmente è anche l’ultima.

Quindi, con il cuore, in bocca al lupo Napoli, in bocca al lupo!