fbpx

La battaglia di Web Marketing Elettorale a Napoli

A Napoli la battaglia elettorale incombe e lentamente sta diventando incandescente.
Tralasciando per il momento il mio pessimismo cosmico (che vorrebbe urlare che: “tanto non cambierà niente chiunque vinca“) voglio sottoporre all’attento elettore un altro punto di vista per giudicare i candidati partenopei a sindaco: il loro Sito Web.

Gianni Lettieri (sito Web): semplice sito su piattaforma WordPress, leggibile, chiaro, ma non infiamma, non cattura l’attenzione, insomma senza infamia e senza lode. Il logo e di conseguenza tutto l’header sono proprio la parte più brutta, sterile, morta, non trasmettono la giusta energia, che invece la frase “Far vincere Napoli” dovrebbe trasmettere. Molto positivo invece è lasciare i commenti agli articoli aperti (sperando che la moderazione non diventi censura). Voto 6

Luigi de Magistris (sito Web): obiettivamente bruttarello, sembra il portale di una scuola elementare fatto dall’applicato di segreteria di 65 anni, stanco e annoiato, che per l’occasione ha frequentato un corso Microsoft. Per la legge degli opposti, l’unica cosa che si salva è la testata (non le foto sgranate che ruotano, solo la parte superiore): una scritta grande, chiara, che rimane impressa, con una foto ben riuscita. Voto 5

Raffaele Di Monda (sito Web): anche lui ci propone un WordPress e purtroppo fallisce. Brutto l’header, con una foto con la testa tagliata e uno slogan con la parola normalità con l’accento sbagliato (l’accento è grave non acuto, insomma lo schizzo va verso sinistra non destra.. vabbè ma questo è italiano non web marketing). Si passa poi al corpo del sito con lo spazio per le news stretto e lungo (da rendere le news illeggibili), barra laterale inspiegabilmente sproporzionata rispetto al resto. Voto 3

Mario Morcone (sito Web): bando all’originalità anche qui troviamo un WordPress con una foto in primo piano con la testa del protagonista tagliata, inspiegabile, bah. Purtroppo devo dire che anche questo sito è insufficiente, sembra fatto velocemente, senza un’idea di fondo. Mettiamo un widget qua, una foto di là. Usiamo questo carattere, tanto è lo stesso, bah. L’unica originalità è il cambio di colore dello sfondo ogni volta che si entra sul sito, che però, purtroppo, non cambia e rimane sempre lo stesso. Voto 5

Raimondo Pasquino (sito Web): paradossalmente il migliore, perché NON ha alcun sito Web. C’è una semplice immagine con lo slogan e gli indirizzi email. Se non si ha la voglia, il tempo o le capacità per sviluppare un sito Web allora è meglio mettere una semplice immagine e via. Voto 7

Conclusione: se dovessimo scegliere il miglior candidato dal sito Web ci troveremmo davanti ad una scelta difficilissima. Meno male che la scelta ricadrà invece su altri parametri quali il curriculum, il passato, la professionalità e le competenze. Insomma siamo in ottime mani!

La teorie evolutiva di Darwin applicata al Marketing

Nel 1880 Charles Darwin fece una scoperta straordinaria nelle Isole Galapagos. Scoprì 14 specie di fringuelli ognuno dei quali aveva un becco differente in base al tipo di cibo disponibile sull’isola in cui viveva. Questa scoperta portò Darwin alla famosa Teoria dell’Evoluzione (sintetizzando: evoluzione o morte), una delle più grandi rivoluzioni scientifiche della storia dell’uomo.
Se i fringuelli non si fossero adattati ai cambiamenti delle disponibilità di cibo sarebbero morti tutti.

Quando pensiamo alla Teoria di Darwin ci vengono subito in mente gli animali, i loro comportamenti evolutivi e il loro adattarsi all’ecosistema in cui sono immersi; ma se ci ragioniamo, anche il mercato (l’ecosistema studiato dagli economisti) ha le stesse regole e leggi.

Da qui possiamo tracciare le linee di una teoria evolutiva darwiniana applicata al marketing, basandola sui seguenti punti.

1. I buyers stanno cambiando: non ci sono dubbi, il modo in cui i clienti e i consumatori si comportano oggi è molto differente da come si comportavano 10 anni fa. Ciò accade soprattutto grazie a Internet e ai nuovi canali comunicativi:

  • I buyers hanno a disposizione molte più informazioni rispetto al passato e sono informazioni di qualità più elevata in quanto non provengono dalle aziende ma sono generate orizzontalmente dagli altri buyers;
  • I buyers disponendo delle informazioni hanno maggiormente il controllo della situazione rispetto al passato.

2. Gli studi dimostrano il declino del marketing tradizionale o Outbound Marketing: i consumatori hanno ormai acquisito gli anticorpi rispetto ai canali tradizionali del marketing, la pubblicità per esempio influisce sempre meno sulle decisioni di acquisto.

3. I maggiori casi di successo derivano dalle strategie di Inbound Marketing: la tendenza è il consumatore che cerca l’azienda, il marketing deve essere un magnete che attira anziché un martello che batte sulla testa dei consumatori.

La lezione di Darwin quindi si traduce con una parola, la stessa utilizzata da più di 130 anni: evoluzione.
Le aziende devono evolvere, le loro strategie di marketing devono evolvere, i marketing manager devono evolvere, questo perché il mercato là fuori è cambiato ed è evoluto.

Evoluzione, oggi nel 2011, significa passare dall’Outbound Marketing all’Inbound Marketing. L’alternativa è una lenta ed inesorabile morte.

Liberamente tratto da 3 Marketing Lessons From Charles Darwin.

Web Marketing Immobiliare: come non vendere casa

Per lavoro mi occupo di Web Marketing, ma ultimamente la mia vera “fatica” è trovare casa!

Con la crisi che c’è, con il mercato delle compravendite stagnante, per chi ha la fortuna (di poter pensare) di comprare casa dovrebbe essere molto semplice trovarla, in quanto:

crisi del mercato immobiliare = grande offerta di abitazioni invendute + scarsa domanda a causa delle esigue disponibilità finanziarie e creditizie.

Web Marketing immobiliareIn questo contesto, quindi, la vita dovrebbe essere in discesa per chi compra.

Ed invece no, perché è a questo punto che entrano in gioco le agenzie immobiliari, gli intermediari, coloro che dovrebbero (quante volte sto usando questa parola) facilitare la contrattazione avvicinando le parti. Ed invece no… ed invece no!

In questo articolo evito di parlare del modus operandi off line (e potrei stare qui giorni e giorni) delle agenzie immobiliari e focalizzo l’attenzione su come queste agiscono in termini di Web Marketing: che rimanga tra di noi, una vera schifezza.

Di seguito infatti voglio elencarvi le cose che le agenzie immobiliare non devono assolutamente fare nelle loro campagne di Web Marketing e che invece regolarmente fanno, purtroppo:

  • avere un pessimo sito web: escludendo tecnocasa, non c’è una sola agenzia immobiliare con un sito decente, tanto chi è che al giorno d’oggi cerca casa consultando la rete?
  • avere un pessimo sito web e non curarlo: hai venduto un appartamento? bene, ora togli la scheda dal sito. Subito, non dopo o domani. Subito. Se lo fai, dimostri rispetto per i tuoi potenziali clienti, dimostri di essere un’agenzia affidabile, che sei un’agenzia corretta (eh già, quella casa faceva gola a molti e ricevi ancora telefonate per quell’appartamento, ed in questo modo fissi appuntamenti per altri appartamenti che invece nessuno vuole, smettila di usare simili trucchetti);
  • inserire le schede degli appartamenti con dati incompleti o palesemente sbagliati: avete mai visto uno store online che vende computer che non dice le caratteristiche del prodotto oppure con dettagli sbagliati? acquistereste mai qualcosa su quel sito?
  • pubblicare foto oscenamente inutili e brutte: il vaso dei fiori sul balcone (senza il balcone), lo stipite della porta del bagno (senza far vedere il bagno), la strada in cui è situato l’appartamento senza far capire qual è l’edificio del nostro… e così via. Se l’abitazione fa schifo in foto, figuratevi quando il cliente verrà a vederla e sicuramente – data la vostra poca serietà – non vorrà vedere più nessun appartamento con voi.
  • essere poco chiari nelle descrizioni: circa 100 mq non sono 85 mq, cucina abitabile non vuol dire poter posizionarci un tavolo di 1metro x 1metro, piano basso non è il seminterrato… insomma prendere per il culo il potenziale cliente non è assolutamente consigliabile.
  • ecc. ecc. ecc.

Un piccolo consiglio alle agenzie immobiliari però mi sento darlo lo stesso: il potenziale cliente è una persona che merita rispetto, non solo perché sta per spendere centinaia di migliaia di euro, ma perché è un cliente!

Rispetto e fiducia, fiducia e rispetto… fiducia e rispetto, rispetto e fiducia… poi se c’è incompetenza non è un gran problema: esistono per questo i professionisti, per aiutare gli incompetenti!

Consulenza: strano fenomeno

Consulenza è detta propriamente la prestazione professionale di un consulente, una persona che, avendo accertata esperienza e pratica in una materia, consiglia e assiste il proprio cliente nello svolgimento di atti, fornisce informazioni e pareri.
In tale contesto è sostanziale il rapporto di fiducia tra il committente e il consulente.

Così recita Wikipedia.

Quindi, in breve, non ci può essere consulenza senza FIDUCIA.

La fiducia è essenziale, propedeutica alla costituzione di qualsiasi rapporto professionale di consulenza.

Non hai fiducia in una persona? Non ti convince pienamente? Non farlo mai diventare il tuo consulente, così come NON gli affideresti le chiavi di casa!

Il consulente deve essere una brava persona, onesta, chiaramente sincera, seria e professionale. Non ti fidare dei chiacchieroni, dei tuttofare, di coloro che sono sicuri al 100% che quella determinata cosa accadrà.
Il consulente giusto per te è quello che non ti fa sorgere dubbi, quello che non ti fa domandare: “ma perché mi ha consigliato in questo modo? cosa c’è dietro?“.

Competenza, preparazione, esperienza sono tutti fatti importantissimi. Ma inutili se manca la fiducia.

Facebook è utile

Facebook è utile, perché permette a mia mamma di farsi gli affaracci miei!

Fino all’altro ieri mia mamma non sapeva neanche cosa fosse un computer, le faceva anche un po’ schifo. Il tasto ON era solo un incavo dove si annidava la polvere.
Da quando invece ha capito che questo perverso strumento – chiamato Facebook – le permette di sapere cose che non saprebbe mai, ha fatto anche lo sforzo di capire che quel tasto serve invece ad accendere un monitor (che per lei è il computer tutto intero, la scatola che sta sotto rimane invece un mistero), che a sua volta serve a fare in modo che lei si possa fare gli affaracci miei.

Facebook quindi è utile. Ha fatto in modo che mia mamma, arzilla signora di mezza età si avvicinasse all’informatica e alla rete.
La storia quindi sarebbe a lieto fine se non ci fosse il simpatico particolare che in ballo ci sono pure i sacrosanti affaracci miei!