La sharing economy, cioè economia della condivisione, in italiano viene anche chiamata “consumo collaborativo”, ed è una tipologia di rete economica emergente all’interno della quale le persone condividono vari tipi di risorse, come conoscenze, beni e servizi, di solito ad un costo di molto inferiore rispetto a quello di mercato.
Il concetto chiave della sharing economy è la possibilità di condividere guadagnando (o risparmiando) e di solito questo tipo di accordi consente ai partecipanti di condividere fra di loro prodotti o servizi, ponendo in secondo piano il concetto tradizionale ed orami superato di proprietà. Un bell’audiolibro che mi ha offerto molti di spunti di riflessione sull’argomento è “La Sharing Economy” di Barcelò.
Con la sharing economy si promuovono nuovi stili di vita che prediligono il risparmio, il riuso e la ridistribuzione del denaro e che favoriscono la socializzazione e la salvaguardia dell’ambiente. In alcuni casi, la sharing economy consente alle persone di usufruire di beni di valore, pensiamo alle automobili o a strumenti di elevato valore, senza esserne proprietari evitando quindi le responsabilità che ciò comporta, mentre per altri la sharing economy costituisce un’opportunità di guadagnare sfruttando i beni o le capacità a disposizione. Tutti possono partecipare alla sharing economy e probabilmente lo facciamo già anche senza rendercene conto.
Ovviamente la nascita del fenomeno ha delle precise motivazioni tecnologiche, economiche, politiche e sociali. Internet è stata fondamentale ed ha sicuramente cambiato il rapporto fra i consumatori e i beni, rendendo possibili e sempre più comuni molte transazioni economiche fra persone che si trovano geograficamente distanti. La crisi economica e le sue conseguenze in termini di precariato e crollo del potere d’acquisto sono un altro dei motivi per cui le nuove piattaforme, che consentono dei risparmi consistenti, sono diventate popolari. Inoltre, il consumo è diventato un progetto centrale nella vita delle persone, ma anche il ridimensionamento del ruolo dello Stato e il suo adeguarsi alle logiche di mercato è un fattore che ha favorito la diffusione delle piattaforme di condivisione.
Alcuni dati della Sharing Economy
Il 13% della popolazione ha utilizzato almeno una volta i servizi di sharing economy. L’economia collaborativa infatti in Italia si avvicina al tipping point per la diffusione di un fenomeno tra la popolazione (previsto al 15% ).
Gli Early Adopter, per lo più uomini con livello di istruzione elevato e residenti in grandi centri abitati, hanno utilizzato almeno una volta servizi legati alla sharing economy, soprattutto perché propongono soluzioni innovative e rispettose dell’ambiente, favoriscono la socializzazione e il risparmio economico. Tra i servizi più utilizzati troviamo certamente quelli legati alla mobilità (car sharing), gli alloggi condivisi, i servizi dedicati agli scambi ed ai baratti.
Tra le resistenze di chi invece non ha provato i servizi di sharing, le motivazione più diffuse riguardano sia la ritrosia a condividere beni di proprietà che la scarsa fiducia verso gli altri.