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Dal Marketing Tradizionale a quello Digitale

Mohanbir Sawney e Philip Kotler alcuni anni fa, consapevoli delle enormi conseguenze derivanti dalla diffusione della Rete e l’adozione di Internet da parte di consumatori, imprese e istituzioni, nel loro articolo “Marketing in the age of information democracy” misero ben in evidenza che:

un marketing efficace nell’era delle informazioni accessibili (marketing digitale) richiede un cambiamento di tre assunzioni chiave“.

In particolare gli autori facevano riferimento alle seguenti trasformazioni nell’approccio del marketing tradizionale:

  1. il passaggio per il ruolo dei marketer da controllori degli scambi a facilitatori degli stessi. Nel nuovo scenario gli addetti al marketing devono rivedere il loro ruolo e facilitare le relazioni con i clienti, ascoltarli, invitarli a partecipare, lasciare che definiscano loro le nuove regole dell’engagement;
  2. i marketer devono modificare anche le policy alla base della loro attività, considerare positivamente le nuove tecnologie e gestire al meglio questa trasformazione all’insegna della trasparenza nelle informazioni, nell’accesso e nelle modalità di comunicazione delle stesse;
  3. bisogna infine considerare il passaggio di tempo ed energie da parte degli addetti marketing dall’acquisizione di nuovi clienti al servire in maniera completa e migliore quelli attuali (che poi attraverso il passaparola sono il miglior canale per nuove acquisizioni). Questo approccio richiede la volontà di capire il proprio target, ascoltarlo, interpretarne i bisogni: dalla customer acquisition alla customer retention.

Questa è la nuova metafora del marketing digitale: da cacciatori a giardinieri.

Invece di cacciare nuovi clienti, il nuovo ruolo del marketing è quello di coltivare una relazione di valore con i clienti e i loro amici.


Liberamente tratto dal libro “Marketing digitale” di Paola Peretti.

Coinvolgere gli utenti Facebook, come fare?

Ormai è stranoto, il segreto di una buona strategia di marketing sui social network e su Facebook in particolare sta nell’avere una community altamente coinvolta, che interagisce, appassionata ai temi trattati sulla pagina Facebook.

Tu puoi tempestare i tuoi fan di pubblicità, di messaggi promozionali, ma il loro numero diminuirà se non saranno realmente attivi e coinvolti.

Perché il coinvolgimento è così importante?

Perché un fan che interagisce con la tua pagina sta in realtà interagendo con te, (azienda, persona o altro che sia), sta sviluppando fedeltà al marchio (loyalty) e molto probabilmente condividerà con altri il tuo brand, i tuoi prodotti e servizi.

Insomma, la parola d’ordine è coinvolgere, coinvolgere e coinvolgere.

Ma come si fa a coinvolgere le persone?

  1. Devi essere interessante: facile a dirsi, più difficile a farsi, ma necessario. Condividi solo cose che interessano veramente ai tuoi fan e se non sei sicuro di cosa interessi loro, chiediglielo!
  2. Devi essere umano: o meglio, umanizza il tuo brand. Gli utenti vogliono parlare con delle persone, non con dei computer; vogliono sentire partecipazione, vogliono provare sensazioni ed emozioni.
  3. Rispondi velocemente: la lentezza non è di questo mondo digitale, iperconnesso e globalizzato, purtroppo.
  4. Sii breve: le persone si annoiano presto, vogliono contenuti leggeri, non amano pensare.
  5. Condividi contenuti di vario genere: la rete ti permette di variare, quindi utilizza tutti gli strumenti a disposizione come i video, link, testi, foto e tutto ciò che la fantasia e le capacità ti permettono di utilizzare.
  6. Condividi contenuti originali: operazione difficile, ma se ci riesci, booom!
  7. Utilizza domande e questionari: le persone digitali amano dire la propria opinione, altrimenti guarderebbero la televisione.
  8. Usa gli eventi: creando aspettativa e partecipazione.
  9. Incoraggia la geolocalizzazione: un utente che fa il check-in nel tuo locale, fa una foto e dice:”da Peppe il pizzaziolo si mangia benissimo” equivale ad uno spot di 30 secondi in prima serata su RAI1 :-).
  10. Apprezza i tuoi fan: hai bisogno dei tuoi fan, quindi trattali bene. Ringraziali ogni volta che puoi, premiali per i loro contributi, sii sempre gentile ed educato.
  11. Organizza dei contest: sprona i tuoi utenti ad utilizzare la propria fantasia e creatività e poi premiali.
  12. Incoraggia gli utenti a creare propri contenuti: la tua pagina non è solo tua e del tuo marchio, ma è dei tuoi utenti, anzi soprattutto è dei tuoi utenti.
  13. Sii costante: se ci sei, ci devi essere sempre, con cadenza regolare.
  14. Falli sentire parte integrante del progetto.

Insomma, la parola d’ordine è coinvolgerecoinvolgere coinvolgere :-).

Liberamente tratto da: 14 surefire ways to engage Facebook users

L’energia del WEB

Ripropongo qui una mia vecchia idea sul Web e la sua energia.

Il punto di partenza di questa idea è la famosa formula di Einstein E = MC², la quale stabiliva una relazione tra l’energia e la massa di un sistema fisico. Ma poi la scienza è andata avanti, anzi ha fatto passi da gigante. Studi e ricerche hanno spinto l’uomo verso limiti sconosciuti.

Uno di queste frontiere da superare è costituita dalla formula w(E)b = MC² ed in poche parole consiste in questo.

L’energia E si è evoluta in wEb, la rete. La massa M è la gente, le persone, il popolo, cioè noi che ogni giorno utilizziamo le nuove tecnologie informatiche. C invece è la velocità.

Su questo semplice rapporto si gioca la partita con e per il futuro: quanto più la gente (M) sarà brava e veloce (C) a cogliere le opportunità della nuova energia (wEb) tanto più le nostre vite e quelle delle prossime generazioni saranno migliori.

E allora sfruttiamo questa energia, utilizziamo il WEB.

Internet e cervello

Internet sta cambiando la nostra vita e anche il nostro cervello. Con qualche differenza fra i più giovani (i nativi digitali) e i più vecchi (gli immigranti digitali). Che il cervello sia un organo plasmabile si sa, ma ora i neuroscienziati stanno cercando di capire come le nuove tecnologie possono modificare i circuiti neuronali.

I giovani, nati in un mondo di tastiere e cellulari, trascorrono alcune ore al giorno chattando o inviando Sms e questa esposizione reindirizza i circuiti cerebrali, stimolando il multitasking (cioè la capacità di svolgere più compiti simultaneamente), il ragionamento complesso e la capacità di prendere decisioni.

Con un aspetto negativo, però: una riduzione della capacità di provare emozioni.

Anche il cervello degli immigranti digitali, che sono vissuti fra agendine tascabili e corrispondenza da inviare per posta, può cambiare, quando si confronta, per esempio, con Internet. E lo dimostra una ricerca condotta da ricercatori dell’Ucla, l’università della California a Los Angeles, guidati da Gary Small, un esperto del settore (sul tema ha pubblicato un libro “iBrain: surviving the technological alteration of the modern mind”).

Il ricercatore ha valutato, con la risonanza magnetica, il cervello di persone, con età compresa fra 55 e 76 anni, alcuni dei quali si dedicavano alla navigazione in Internet e altri no.

I risultati hanno dimostrato che le funzioni cerebrali dei cibernauti, dediti quotidianamente a ricerche in rete, sono migliori rispetto a quelle degli altri. In particolare, risultano attivate le aree del cervello che hanno a che fare con i processi decisionali.

(Contributo “rubato” 🙂 alla bravissima Antonella)

Per il Marketing, il Web è una torta

La torta è buona, dolce, gustosa e ce ne sono di vari tipi per accontentare i gusti di tutti.

Oltre tutte queste succose caratteristiche, la Web-Torta (variante molto particolare di torta 🙂 ) ne ha un’altra di fondamentale importanza: è potenzialmente infinita, può crescere a dismisura.

Se oggi la Web-Torta può saziare 10 persone, domani ne potrà saziare con la stessa facilità 1.000 o milioni. Basta solo avere la pazienza di far conoscere a tutti la bontà della Web-Torta, educare i palati più ignoranti, diffondere la buona novella.
Condividere con gli altri le proprie esperienze, unire le competenze e migliorare sempre di più il prodotto.

E’ questo il compito principale del consulente di Web-Torta Marketing: migliorare e far amare a tutti questo fantastico prodotto.

Purtroppo però qui vengono le note dolenti, per due motivi fondamentali:

  1. non tutti i consulenti di Web-Torta Marketing hanno capito le potenzialità del prodotto;
  2. non tutti i sedicenti consulenti sanno veramente cosa sia una Web-Torta.

I primi cercano di accaparrarsi la fetta più grande, come le iene sulle carcasse. Si sbranano tra di loro. Vivono alla giornata ingozzandosi di quanta più torta sia possibile lasciando agli altri le briciole e distruggendo negli altri la voglia di torta. Desertificazione è la parola più adatta. Dove passano loro non cresce più niente.

Invece la Web-Torta va amata, seguita, migliorata. Va poi portata in giro, mostrata a chi non la conosce. Ingozzarsi e basta è un vero delitto!

I secondi – i sedicenti consulenti – al massimo sanno fare dei biscottini, la glassa, la decorazione, ma non hanno la competenza necessaria, l’esperienza e neanche la formazione per saper fare una buona Web-Torta.
Vorrebbero tanto saper fare una buona Web-Torta, hanno intuito le enormi potenzialità  e si spacciano per quelli che non sono. Vanno in giro presentando i loro biscottini (buonissimi, per carità) facendoli passare per delle torte di prima qualità. E purtroppo molti sprovveduti ci cascano.. e come se ci cascano.

Ma sai fare i biscottini? E fai i biscottini, punto! Non c’è niente di male nel fare i biscottini. I biscottini sono buoni, saporiti, piacciono a tantissimi, ma non sono una torta. Non lo sono e non lo saranno mai, rassegnati!

NdA: ogni riferimento a fatti, cose, persone, WEB, SEO, Social Media evangelist, Web Marketing specialist è puramente casuale.

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