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Il SEO non è quello che credi

Caro Tizio non è così, il SEO non è quello che credi, ed è inutile che insisti.

Sono consapevole che se vuoi avere visibilità e fare business online il SEO gioca un ruolo molto importante (figurati lo dici a me che ci campo?), ma il discorso è più ampio: il SEO non basta.

Sì, tu vuoi uscire primo, “sopra agli altri“, prima degli altri, vuoi uscire sempre, anche se qualcuno va in bagno dalla tazza deve uscire il tuo nome, il tuo sito web, tu devi uscire sempre, ok è abbastanza chiaro come concetto!

Ma il SEO non è quello che credi.
Non è la panacea di tutti i mali, l’olio santo che ti cambierà la vita, la luce che ti accoglierà fuori dal tunnel.
No il SEO non è questo, ma semplicemente l’ottimizzazione di un sito web per i motori di ricerca.

Vedi? Sembrano paroloni difficili, eppure è molto semplice e soprattutto è tutto qui!

Essere primo tra i risultati di una determinata ricerca su Google, non ti farà diventare automaticamente anche il migliore.

Se hai un Hotel a Ischia ed esci primo per la ricerca “Hotel a Ischia” ciò non vuol dire che tu hai il miglior Hotel di Ischia, tu comprendes?

Insomma il SEO serve per quello che serve, non per altro. Non ti farà avere nuovi clienti, ma solo nuove opportunità che dovrai però essere bravo a sfruttare, altrimenti quella visibilità in più ti tornerà in faccia come un gancio di Mike Tyson.

Il SEO non è morto, anzi sta benissimo, tuttavia stanno per morire gli utenti “boccaloni” quelli che ci cascano perché sei primo su Gugol.

Arrenditi alla modernità, migliora la tua azienda, falla diventare eccellente, presentati online in maniera impeccabile e poi dedicati al SEO.
Se fai il contrario sei finito, solo che ancora non lo sai :-)!

seo

 

HotelHotel a Ischia

hotel ischia sant'angelo

Hotel Ischia Sant’Angelo

 

Wi-fi Free è bello e conveniente

Grazie ad una foto di un amico medico-imprenditore molto illuminato ho la possibilità di scrivere questo post che avevo da un po’ di tempo che mi gironzolava per la testa.

Il tema è quello del Wi-fi (purtroppo) ancora a pagamento negli alberghi scatena sempre le ire dei clienti.

Oggi, novembre 2013, in un hotel a 4 stelle il tariffario è questo:

  1. € 2 per 2 ore di connessione
  2. € 5 per 24 ore di connessione
  3. € 3 per un’ora (una sola!) utilizzando il computer dell’albergo

Ebbene quest’articolo potrebbe finire qui, perché è talmente evidente l’errore strategico che se non lo specificassi subito, farei un torto agli amici che hanno la pazienza di leggermi.

Però stasera, voglio parlare con loro, con i maghi dell’ospitalità alberghiera per tentare di spiegargli il perché è conveniente (dal punto di vista ECONOMICO) offrire gratuitamente il Wi-fi nelle loro strutture ricettive.
Cito la convenienza perché ho la sensazione che questi signori siano mossi da un’unica (anche giusta, per carità) motivazione: i soldi :-)!

Ok, facciamo i conti della serva.

Supponiamo che per coprire un hotel di piccole dimensioni con una connessione Wi-fi di buona qualità abbia un costo di € 300 al mese (considerando che una connessione casalinga ha un costo medio di  € 30 al mese).

Quest’hotel dispone di 20 stanze, quindi il prezzo del Wi-fi suddiviso per stanza è di € 15 al mese.

Tale costo è fisso, cioè una volta che la direzione ha deciso di fare l’investimento, che la camera sia occupata o meno, che l’ospite lo usi oppure no, il costo deve essere comunque sostenuto (lo so, sono concetti stupidi, ma preferisco ribadirli).

Quindi se si volesse utilizzare un tariffario per accollare il costo del Wi-fi al cliente, ogni “stanza” dovrebbe connettersi almeno 5 volte al mese (5 x 3 = € 15) per coprire i costi.
Dalla sesta connessione l’albergo andrebbe in attivo (3 fantastici eurini gli uni sopra gli altri).

Mettiamo però che un ospite si arrabbi e decida di non tornare più, con un mancato guadagno di € 60 (cioè 20 connessioni).
In più questo cliente decide di dirlo ai suoi amici su Facebook e 2 di questi decidano di non scegliere quell’albergo per una loro imminente trasferta: in questo modo il mancato guadagno è di € 180 cioè 60 connessioni.

Sia ben chiaro, la situazione sopra descritta non capita facilmente, anzi le probabilità che accada sono abbastanza scarse: diciamo 1 su 100?
In pratica ogni 200 connessioni (che valgono € 300), ne servono 120 aggiuntive.
Quindi in realtà ne sono solo 80 quelle utili, ed in questo modo l’albergo ci va aanche a perdere (80 x 3 = € 240 che sono inferiori al canone mensile di € 300).

Insomma un caos incredibile per poi andarci anche a perdere.

Facciamo invece il ragionamento opposto, ovvero che il Wi-fi sia gratuito e che il costo mensile di € 300 sia a carico dell’albergo, ma per poter accedere l’ospite è obbligato a mettere Mi Piace sulla fanpage Facebook dell’Hotel oppure a fare Check In su foursquare.

Ricordate le 20 stanze?
Bene diciamo che la metà degli ospiti utilizza il Wi-fi e quindi avremo 10 connessioni Social al giorno, cioè 300 spot promozionali al mese.
Il calcolo è presto fatto: ogni “spot” costa all’Hotel € 1.
Mettiamo poi che ogni ospite abbia almeno 10 persone che vedono lo “spot”, ed ecco che il suo costo è sceso a € 0,1 e che ognuno di loro arrivi ad altre 10 persone per un costo complessivo di un centesimo uno.

La domanda a questo punto è: caro Hotel ti andrebbe di entrare nelle case delle persone pagando € 0,1 a contatto?
Se hai fatto altre attività di Web Marketing sai che un clic su adwords può costare anche 4 o 5 volte tanto e che le campagne SEO sono dispendiose se fatte bene.

Mmmhh interessante… dai prendi la calcolatrice e il pallottoliere, fatti due conti e poi anche tu converrai che il Wi-fi Free è bello e conveniente :-).

Che Futuro di Wired!

La sapete quella di quei due giornalisti/direttori/guru della tecnologia che si odiano e che si ammazzerebbero volentieri di mazzate, ed invece decidono di prendersi a male parole su Facebook come due opinioniste di “Uomini e donne”?

Il tema scelto per far un po’ di caciara social-web-2.0 è il Wi-Fi (più o meno libero), che rimarrà più o meno libero, ma che in compenso avrà dato un po’ di visibilità a due giornali che non se la passano proprio bene, perché pieni di pubblicità, perché noiosi, perché (diciamolo) inutili!

Qui e qui i due capolavori del giornalismo contemporaneo.

Insomma questa è l’Italia.
Che Wired di Futuro, o meglio: Che Futuro di Wired che ci aspetta!

Il sito della Vesuviana è una schifezza

Scrivo questo  post solo per sfogare la mia rabbia accumulata dopo anni e anni di disservizi, scioperi e scarsissima qualità del servizio delle Vesuviana (ovvero la linea ferroviaria che unisce i paesi attorno al Vesuvio).

Ebbene dopo anni di fegato spappolato, questa azienda – che evidentemente non conosce la vergogna – ha deciso di andare online con un sito che è una vera schifezza!

Sito della Vesuviana

Come potete vedere l’ennesimo oltraggio agli utenti.
Non solo i treni della Vesuviana non passano, vengono soppressi e il personale è inesistente e desolante. Ora ci propinano anche questo sito che è uno spettacolo dell’orrido.

E dire che una linea della Vesuviana è l’unica possibilità che i turisti tedeschi, americani, svedesi e giapponesi hanno a disposizione per raggiungere la splendida costiera sorrentina.
Che vergogna!

Ora il mio obiettivo è uno solo: indicizzare questo post in modo tale che quando qualcuno cerca su Google “Vesuviana” esca questo mio accorato appello: chiudete questa azienda ricettacolo di clientele e disservizi, licenziate tutti e toglieteci ogni speranza: noi una linea ferroviaria non ce l’abbiamo. Punto.

Inutile illudersi!

La rete, l’esperienza umana e la partecipazione: chiavi del nuovo Marketing

Al giorno d’oggi tutti noi abbiamo l’esigenza di comunicare per offrire ai potenziali clienti/utenti/pazienti/acquirenti/etc. i nostri prodotti e servizi.
Pertanto è necessario improntare strategie e azioni che portino alla vendita, e ciò avviene attraverso il marketing e la comunicazione.

E’ sempre stato così, ma oggi con l’avvento di Internet e dei nuovi dispositivi tecnologici il sistema è profondamente cambiato: nuovi strumenti, nuove regole, nuovi meccanismi per entrare in contatto con il mercato in modo efficace e vincente.

Di queste mutazioni alcuni – quelli più avveduti – se ne sono resi conto, tantissimi altri no e ancora non hanno cambiato il loro approccio.

Spesso la comunicazione pubblicitaria è onnipresente, invadente, scostumata, di conseguenza è ignorata e rifiutata. Gli utenti sono bombardati da messaggi di ogni tipo (spesso inutili) che viaggiano su tutti i media. Le strategie si basano prevalentemente sulla persuasione tramite l’interruzione e la ripetizione, diventando quindi sempre più inefficaci.

Le aziende invece, per avere un certo impatto, devono ripensare le loro strategie. Devono comunicare in maniera non invasiva e diventare sempre più parte della nostra esperienza quotidiana.
Dall’invasività alla partecipazione.

La rete e le nuove tecnologie mobili ci impongono di rivedere completamente i soliti paradigmi. Bisogna riscrivere le regole di marketing e comunicazione.

Ognuno di noi oggi è in grado (spesso anche in maniera inconscia) di evitare i messaggi promozionali tradizionali che non desidera vedere, e dall’altra parte di navigare in rete per informarsi sulle caratteristiche dei vari prodotti, fare confronti e comparazioni, chiedere suggerimenti ai nostri amici, e fare tutto questo ovunque ci piaccia farlo grazie ai dispositivi mobili.

Le cose stanno così. Fermare l’acqua con le mani non è possibile. Il segreto sta nel prenderne atto quando è ancora possibile sfruttare a proprio vantaggio i cambiamenti e le mutazioni che inevitabilmente stanno accadendo.