Ovvero l’eterna lotta tra il bene e il male, con la prova provata che gli assoluti non esistono :-).
E tu che markettaro sei?
Questo mio post su Facebook (link) mi ha dato grandi soddisfazioni, magari fossimo sempre di più a crederci :-)!
“Se non ci credi è un costo.
Se invece ci credi è un investimento.
E’ tutta una questione di prospettive e volontà.”
Questo è il modo in cui una nota discoteca di Arezzo ha deciso di pubblicizzare la serata dell’8 marzo, sull’onda del messaggio “We Love Women“.
Finezza, gusto, sensibilità, charme, quel giusto equilibrio tra vedo e non vedo, dico e non dico… insomma, in questa immagine c’è tutto ciò che di bello ha prodotto la nostra società attraverso le battaglie sui diritti civili e la parità tra sessi.
Ps. si nota chiaramente la mano di una donna nella realizzazione di questa splendida pubblicità.
Pps. per la verità si nota anche quella dell’uomo!
Il marketing è cambiamento: cambia le azioni delle persone, la loro percezione della realtà, il modo di conversare e relazionarsi.
I cambiamenti che hanno successo tuttavia sono quasi sempre specifici, non generali. E’ quasi impossibile fare cambiamenti di massa, è invece possibile fare cambiamenti mirati.
Per questo motivo, la prima e più importante domanda da porsi è: “cosa vogliamo cambiare?“.
Se non si riesce a rispondere a questa domanda, è meglio fermarsi e non proseguire.
La sfida dei mass media è sempre stata quella di voler arrivare a tutti, o comunque alla maggior parte delle persone. Ma ormai tale proposito è andato: non è più possibile raggiungere, comunicare, entrare in empatia con tutto il pubblico.
Eppure, ancora oggi, la tentazione degli imprenditori, dei markettari, dei guru è quella di mettere su uno spettacolo che piacerà a tutti.
Ora che avete capito come va l’andazzo, quali sono le regole da seguire e da dove partire, andate e fate un prodotto, un servizio o una storia che funzioni, che abbia un “suo” pubblico.
E ricordatevi: non è possibile cambiare le risposte alle domande per abbinarle alle cose che sono state già fatte. E’ possibile invece cambiare il pubblico.
In poche parole è possibile cambiare le persone che ci ascoltano, ma non possiamo modificare ciò che vogliono ascoltare e i valori in cui credono.
Traduzione liberamente tratta da “You can’t change everything or everyone, but you can change the people who matter” di Seth Godin.
Internet ha influenzato i processi d’acquisto? In che modo? Quali fasi del processo vengono toccate?
Jim Lecinski nel suo handbook ZERO Momenth of Truth ci offre spunti interessanti e ci mostra come i consumatori si siano profondamente evoluti grazie alla rete. I marketer quindi non possono far altro che analizzare bene questi fenomeni e comportarsi di conseguenza.
Secondo la teoria dello Zero Moment of Truth “l’utente/consumatore oggi riesce a farsi un’idea di ciò che desidera acquistare molto prima di entrare in un negozio fisico e prendere il prodotto dallo scaffale. S’informa attraverso blog e recensioni, segue i consigli degli amici sui social network e alla fine esce a fare shopping più consapevole e informato.”
Si parla in altre parole di un nuovo modello di marketing.
Se prima, infatti, il processo d’acquisto si articolava in 3 fasi:
Adesso all’interno di questo modello – tra le varie fasi e anche all’interno di ogni singola fase – troviamo i cosiddetti Zero Momenth of Truth, ognuno con le proprie specificità e diversità.
Citiamone qualcuno:
In parole povere, oggi per essere competitivi avere un sito Web, è necessario, ma non più sufficiente.
Bisogna guardare le cose più in profondità, cambiando mentalità e cominciando a pensare che le scelte dei potenziali consumatori vengono in primo luogo influenzate dall’esperienza d’uso fatta da altre persone, e che in questo meccanismo la rete (in tutte le sue derivazioni) gioca e giocherà sempre di più un ruolo fondamentale.