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Crea il tuo TOSTAPANE in 3 semplici passi

E se io vi proponessi di acquistare un fantastico TOSTAPANE? Esatto proprio un tostapane!

Non scrollate subito il mouse, prendetevi un attimo, considerate l’offerta. È solo per oggi, disponibilità limitate.

Il TOSTAPANE che vi offro è un articolo fantastico, perfettamente personalizzabile in pochi secondi secondo le vostre esigenze e le eventuali modifiche potreste eseguirle ovunque in qualsiasi momento (domani magari potreste trasformarlo in un TOSTAPANCARRÈ o in un FERMACARTE).

Come avete potuto notare, infatti, il lato interessante della vicenda è che non vi venderei un vero tostapane già funzionante, ma uno da assemblare, ovviamente da soli in perfetta autonomia in 3 semplici passaggi (vi mando le istruzioni, tranquilli i tostapane non sono complicati da montare).

Conosco quegli sguardi, mmhhmhh percepisco dello scetticismo.
Vabbè mi voglio rovinare: ve lo faccio provare per 30 giorni gratis.
Sì, esattamente, gratis.

G R A T I S (per 30 giorni, eh, poi dovete cacciare la grana).

Se poi dopo 30 giorno non vi piace come lo avete fatto, non siete soddisfatti del vostro lavoro o non siete stati abbastanza bravi da farvi da soli un TOSTAPANE che tosta (bene) il pane, me lo rimandate indietro. Senza problemi (però un po’ vergognatevi perché… dai… sempre di un tostapane si tratta!).

D’altra parte invece se sarete così bravi da riuscire a costruirvelo da soli, vi accorgerete che il costo sarebbe identico identico ai TOSTAPANE Euronics o Tostapane Mediaworld qualsiasi. Mai stati da Mediaworld? Hanno dei tostapane meravigliosi.

Dicono le statistiche che su 100 persone che acquistano i nostri TOSTAPANE 99,56 sono profondamente insoddisfatte, perché non avevano mai costruito un TOSTAPANE prima.
Probabilmente accadrà anche a voi. Ma volete mettere? Cosa c’è di più bello di un TOSTAPANE fatto in casa? Non denigrate subito questa fantastica offerta, prendetevi un po’ di tempo per riflettere 🙂

NB. ogni riferimento a servizi che offrono siti web sottocosto, veloci da realizzare, facili e perfettamente personalizzabili è puramente casuale!

I giovani, la politica e il digitale

Il prossimo periodo – politicamente parlando – sarà molto caldo. Ci saranno le elezioni anticipate? Sì, no, forse. Di certo ci sarà un nuovo Presidente della Repubblica. Una nuova legge elettorale?

Insomma tanti nodi da districare. Ma chi li scioglierà, o perlomeno tenterà di farlo? Probabilmente i soliti volti noti, vecchi, desunti, incapaci di instillare nelle nuove generazioni entusiasmo e voglia di fare.

Infatti sono anni oramai che numerosi studi mettono in luce un continuo e progressivo allontanamento dei giovani dalla politica e dalle forme di attività partecipata tradizionale. Tali percorsi di vita pare non abbiano più appeal sulle nuove generazioni “digital addicted”, quei ragazzi multitasking che studiano con la radio accesa, mentre aggiornanoil loro profilo su Facebook e rispondono agli sms via Smartphone. I quali ovviamente nonpossono non comunicare, esprimersi e partecipare in maniera radicalmente diversa sia dai loro genitori che dai fratelli maggiori, quei 30/40enni che continuiamo ostinatamente a chiamare giovani.

Senza entrare in discorsi troppo complicati, ma analizzando semplicemente i fatti, è evidente che oggi gli ideali non bastano più per radunare un milione di persone in piazza o creare movimenti giovanili partecipativi in grado di essere realmente degni di nota(qualsiasi sia il loro colore politico). Disincanto, disillusione, nuovi meccanismi di interazione sociale lo impediscono. Emerge d’altra parte un nuovo modello associativo e di partecipazione, basato sulla creazione di gruppi informali (spesso nati e alimentati online) attorno a un progetto, piuttosto che ad appartenenze ideologiche, in cui si vuol essere gli attori principali sullascena, senza leader.

Questo avviene soprattutto grazie ad innovativi modi di espressione e partecipazione, nuove tecnologie, nuove esperienze di comunicazione che si dimostrano i veri ed unicistrumenti utili per allargare la platea dei possibili “nuovi attivisti”.

Uno dei presupposti della democrazia digitale (che piaccia o meno è la realtà che abbiamooggi tra le mani) è una cittadinanza informata, critica, capace di formare ed esprimere opinioni consapevoli; e i giovani in questo contento – forti di un aumentato livello diistruzione, nonché esposti sin dalle prime fasi della socializzazione politica a un massiccio flusso di informazioni – vanno coinvolti tenendo conto di queste peculiari specificità. La rete deve essere vista come un nuovo ambiente di interazione sociale e di mobilitazione politica.

I giovani digitali rappresentano il principale motore dell’innovazione e la loro partecipazione è essenziale se si vogliono costruire società più democratiche, più solidali e più prospere.

Oggi, la partecipazione giovanile o è digitale o non è.

Cominciamo da noi

Da qualche tempo per motivi di lavoro ho il piacere di poter frequentare e seguire i consigli dell’ideatore di Selvanova, Antonio Buono, che ha dato vita ad un vero e proprio progetto integrato che abbraccia tanti ambiti, tutti uniti da un unico comun denominatore: l’amore per la terra.
Da poco è poi nato anche un progetto Web, ComincaredaSé.it un blog nel quale si spiega il perché è importante assumerci la responsabilità delle cose che non vanno e non aspettare sempre che le soluzioni cadano dall’alto.

Ed io che ho sempre pensato dentro di me “aiutati, che Dio ti aiuta” ho trovato il luogo ideale per prendere spunto, riflettere, capire e agire. Sì perché poi alla fine bisogna agire, mettere in pratica – se non tutto – almeno qualcosa. Nel nostro piccolo chiunque può contribuire a migliorare il mondo in cui viviamo.

Perciò, cominciamo da noi, per esempio sfruttiamo:

  • il Car pooling: indica una modalità di trasporto che consiste nella condivisione di automobiliprivate tra un gruppo di persone, con il fine principale di ridurre i costi del trasporto;
  • il Bike sharing: sempre più amministrazioni pubbliche mettono a disposizione un servizio di biciclette pubbliche, approfittiamone;
  • riduciamo il nostro carico di rifiuti del 47%: è possibile e qui viene spiegato come;
  • i vantaggi di fare la spesa dal contadino: l’agricoltura a Km zeroè una filosofia di consumo ecosostenibile;
  • l’architettura a basso impatto: con un ridotto consumo di risorse naturali non rinnovabili nella costruzione e trasformazione dell’habitat.

E tu hai qualche altro consiglio da offrire per poter “cominciare da noi“? 🙂

Il buon Marketing del Giornalaio Social

Ormai i social network sono di dominio comune. Massaie, pensionati, ragazzini di tutte le età li frequentano, s’incontrano, ne parlano, si divertono.
Insomma sono i nuovi luoghi di ritrovo dell’uomo moderno. Da molti definiti “piazze virtuali“. Ma le piazze, quelle vere, esistono ancora. Non dimentichiamocelo!

In questi giorni di caos e di incredibili errori da parte di note aziende sulla gestione della loro immagine sui social network, nasce in molti si sono resi conto che così come chi ha un negozio su strada deve tenerlo pulito ed essere cortese con le persone che entrano, allo stesso modo chi decide di essere presente sulle piattaforme social deve rispettare delle regole di comportamento.

Quali? Quante? Perché?

Il discorso effettivamente non è semplice e non sto qui ad annoiarvi con chili e chili di paroloni, perché potremmo iniziare oggi a discutere e non fermarci per i prossimi 8 mesi.

Voglio invece raccontarvi un esempio reale che può essere molto utile a chi vive il mondo del virtuale.

Nel mio paese (piccolino), c’è una piazza (l’unica) ed in questa piazza c’è un giornalaio, un ragazzo di poco meno di 30 anni che da qualche tempo ha preso in gestione l’edicola.

Prima di lui c’era una signora in età abbastanza avanzata, non era molto cortese, solitamente non rispondeva a chi cortesemente la salutava e se le chiedevi un giornale “strano”, non tanto conosciuto, ti guardava male. Spesso non si alzava neanche per cercarlo.

Risultato? Mai comprato un giornale in quell’edicola. Anzi uno sì. Poi basta.

Poi un giorno capita che mi ritrovo un mio amico di infanzia all’interno dell’edicola, cambio di gestione mi dice, si vede che è contento di essere lì in quel posto, è evidente la sua gioia di avere un lavoro vero.

Non lo fa di proposito, ma il suo entusiasmo è contagioso. Saluta tutti, ricorda il nome di tutti quelli che passano davanti all’edicola (non che acquistano) e quello dei loro figli, prende nota dei giornali “strani”, li ordina e ti chiama quando gli arrivano.
Mette una piccola panchina accanto all’edicola e le persone cominciano ad utilizzarla per fare due chiacchiere, per incontrarsi e magari acquistano anche la settimana enigmistica per la zia anziana.

Qualcuno direbbe che il mio amico giornalaio ha appena creato una community, ha fatto engagement, ha aumentato il ROI. Un vero guru del social marketing.

Peccato che lui di queste cose non ne capisce proprio niente. Si è solo comportato con buon senso, educazione e con un profondo rispetto del prossimo (non del cliente, attenzione), che lo ripaga stabilendo una relazione di fiducia con lui.
Tutto questo, unito a tanto tanto lavoro e impegno, lo fa emergere dalla massa.

Forse tante note aziende che sono a-social dovrebbero imparare dal mio amico, lui sì che saprebbe come comportarsi sui social network 🙂 .

Il terremoto è business 2.0 (che schifo)

Mentre tanta gente è ancora sotto le macerie. Mentre si contano i danni del terremoto che stamattina ha colpito l’Emilia. Mentre scorrono le lacrime dei sopravvisuti.

Mentre accade tutto questo gli squali girano attorno alle prede per approfittare delle loro debolezze.

Questi sono gli squali di Groupalia.

Questi sono gli squali di Prenotable.

Questi sono gli squali di Brux Sport.

Anche ieri parlavo degli squali che nuotano nel Web: a me certe cose fanno rabbrividire e non riesco ad abituarmi.

Ogni ragionamento ulteriore lo lascio alla vostra sensibilità.