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Napoli, le persone, il degrado e l’abbandono

Stamattina una mia amica ha scritto queste semplici ma dure parole sulla bacheca del Sindaco di Napoli Luigi De Magistris, e mi hanno rovinato la giornata.

 

Buongiorno (Sindaco De Magistris), sono incinta alla 28esima settimana. Il mio medico ha detto che posso lavorare l’ottavo mese ( come da me richiesto), la mia azienda rispetta tutte le regole di sicurezza sul lavoro e quindi mi ha messo in condizione di poter chiedere la flessibilità.
L’unica cosa che mi impedisce di vivere serenamente e liberamente la mia gravidanza è la gestione di questa città che mi impedisce di camminare sicura senza temere di essere buttata a terra da scippatori, di prendere un bus senza che questo comprometta la mia salute, di camminare in auto senza tornare a casa con i mal di pancia per lo stress da strada dissestata!
Questa città è una tortura, e non sto affatto esagerando.

Mi auguro che il Sindaco di Napoli risponda al più presto, perché è giusto che chi si trova ai vertici di una città degradata ma importante si prenda la responsabilità delle sofferenze dei propri cittadini, del degrado diffuso che imperversa.

Napoli è la città più bella del mondo per i parcheggiatori abusivi

Caro Sindaco De Magistris,

è da un po’ che non le scrivo, però la ascolto e la seguo sempre. E lei in più di un’occasione ha avuto modo di dire che sono i napoletani, le persone perbene a scendere per strada e darsi da fare per migliorare la città. Insomma rimboccarsi le maniche, olio di gomito e pedalare.

Sono sincero, io sono il primo che potrei dare e fare di più.

Però, mi permetta, anche lei potrebbe e dovrebbe fare e dare di più.

Stasera 20 novembre, infatti, dopo un servizio su un dirigente della polizia tedesca rapinato a via Partenope (il cosiddetto lungomare liberato), ecco che a Striscia la Notizia il bravo Luca Abete ci propone un altro servizio vergognoso di un parcheggiatore abusivo beccato a Via Marina, appena fuori gli uffici della prefettura, dell’agenzia dell’entrate e del ministero del lavoro.

Il video si può vedere cliccando sul questo (link).

Insomma l’ennesima pessima figura fatta dalla nostra città a livello nazionale.

Niente di nuovo sotto il sole, dirà lei. Di parcheggiatori abusivi ce ne sono migliaia in tutta la città, di cosa ci meravigliamo?

Sinceramente, di niente! Però il punto su cui vorrei focalizzare l’attenzione e la reazione delle persone, dei vigili urbani e delle forze dell’ordine: le prime si sono scagliate contro l’inviato di Striscia piuttosto che aiutarlo (quindi vuol dire che si sentono padroni della città), i secondi e o terzi invece se ne sono lavati completamente le mani. Non sono intervenuti.

Ecco, tutto questo è avvenuto a Napoli. Nella città guidata da lei, che libera i lungomare e inaugura le piste ciclabili (inutilizzabili) più lunghe del mondo e non riesce a garantire i minimi principi di vivibilità e civiltà.

Ci dimostri che sa fare il suo mestiere: vinca almeno una delle tantissime grandi sfide di Napoli, combatta i parcheggiatori abusivi facendoli sparire dalle strade della sua città. Ci dimostri di essere in grado.

Altrimenti, a malincuore, io come tante altre persone perbene sarò costretto a dire addio alla città più bella del mondo, che tuttavia al momento non è altro che un letamaio!

Dall’auto alla bici, dal passato al futuro

Nel 2011 per la prima volta in Italia dal dopo guerra sono state vendute più biciclette che automobili.

La trovo un’ottima notizia per il senso di civiltà che porta con sé!
D’altra parte però, di conseguenza, non mi scandalizzo per la crisi della grande industria da Mirafiori a Pomigliano e di tutti i lavoratori diretti e indiretti.

Siamo in un periodo di profondi cambiamenti, inutile puntare i piedi per terra e rimanere nella melma.

C’è bisogno urgentemente di una riconversione industriale, economica, intellettuale, sociale e soprattutto culturale del nostro paese.

Prima affrontiamo con coraggio la realtà, prima riprenderemo ad avanzare: magari in bicicletta :-)!

Le mani sulle città

Uno dei più gravi danni lasciati in eredità al paese dalla politica degli ultimi 50 anni sono i quartieri di edilizia popolare, realizzati in maniera schifosa da architetti e “professionisti” incompetenti, cooptati da un sistema di amicizie clientelari.

Hanno fatto danni ovunque, ma soprattutto al sud, dove – oltre tutti gli altri atavici problemi – subiamo anche il dispiacere di avere gran parte della popolazione che vive in case degradate, inabitabili, che spengono la fantasia e la voglia di vivere.

Hanno messo le mani sulle nostre città e le hanno saccheggiate, squarciate, distrutte nell’anima.

Questa è una delle cose che non perdonerò mai alle generazioni che ci hanno preceduto!

Basta poco per essere felici, lo dice anche IKEA

Da qualche tempo mi sto interessando ad una particolare filosofia di vita (ma il termine più appropriato è lifestyle): la semplicità volontaria.

Si tratta della scelta di vivere in semplicità rivalutando antichi e nuovi valori, anche rinunciando – se necessario – al “successo a tutti i costi“, al business e alla carriera, in maniera tale da godere di maggiore tempo libero per sé stessi e la propria famiglia.

Il fenomeno riveste già  aspetti socialmente rilevanti in paesi come Stati Uniti d’America e Canada, e pare essere destinato, secondo i ricercatori, a segnare il costume nel mondo del lavoro dei prossimi anni.

I fautori di questa teoria indicano che le principali motivazioni che possono portare ad una tale scelta sono:

  • la maggiore considerazione per i temi dell’ecologia, della salute fisica e psicologica
  • una visione della vita in minore chiave consumistica
  • un recupero di valori da tempo dati per superati come una rivalutazione dell’ozio, un recupero del concetto di lentezza.

In pratica le comuni e risapute distorsioni che una economia drogata può portare con sé.

Tutto questo NON comporta una minore efficienza lavorativa o un abbandono del lavoro produttivo; semplicemente, forse, è possibile riconfigurare la propria vita secondo determinati valori e principi, dando il giusto peso alle cose!

Su questa linea sembra viaggiare l’ultima bellissima pubblicità di Ikea ItaliaBasta Poco per cambiare“.

Insomma, il concetto merita di essere analizzato ed approfondito con calma e attenzione :-).