La riflessione sul business è nata nell’epoca in cui le prime civiltà iniziarono a scambiarsi beni e servizi. La comparsa di produttori specializzati e l’impiego del denaro come mezzo di scambio erano strumenti grazie ai quali individui e società potevano assicurarsi, in termini moderni, un vantaggio commerciale.
Gli antichi egizi, i maya, i greci e i romani erano consapevoli che l’accumulo di ricchezza attraverso il commercio era fondamentale per l’acquisizione di potere e costituiva la base per lo sviluppo della civiltà.
Gli insegnamenti dei primi mercanti rivendicano il loro valore anche ai giorni nostri: la specializzazione ha rivelato i benefici delle economie di scala (la riduzione dei costi di produzione con l’aumentare dei beni prodotti) ed il denaro ha portato alla formulazione del concetto di “valore aggiunto“: la vendita di un prodotto a un prezzo superiore rispetto al costo di produzione. E anche quando il baratto costituiva la norma, i produttori conoscevano già i vantaggi di abbassare i costi e aumentare il valore dei beni.
Sebbene le imprese di oggi facciano uso di tecnologie diverse e siano operative su scala mondiale, la natura del business nel corso dei millenni è rimasta quasi inalterata.
La nascita del Management
Lo studio del business come disciplina indipendente ha origini recenti, per esempio i termini manager o management sono stati introdotti nel 1500 in Inghilterra. Lo studioso Chandlet nel suo libro La mano invisibile divide la storia del business in due periodi: prima del 1850 il panorama imprenditoriale era dominato da ditte locali a conduzione familiare, su scala relativamente ristretta. Dopo la metà del secolo lo sviluppo delle ferrovie, a cui fece seguito la rivoluzione industriale, consentì alle aziende di crescere oltre la cerchia ristretta di conoscenti. Per prosperare in questo nuovo ambiente le imprese avevano bisogno di processi e strutture diversi e più rigorosi. Inoltre, lambito geografico e le dimensioni sempre più grandi di queste organizzazioni in evoluzione richiedeva più alti livelli di coordinamento e specializzazione. In altre parole era necessario il Management.
L’organizzazione scientifica del Lavoro
All’inizio la nuova generazione di manager puntò sulla produzione. Quando per rispondere all’esigenza di un costante aumento della scala di produzione, l’attività manufatturiera passò dalle mani degli artigiani alle macchine vennero ideate modalità operative ancora più efficienti.
Secondo i principi dell’organizzazione scientifica del lavoro (Taylorismo) esisteva un solo metodo ottimale per eseguire un compito. Le imprese furono organizzate in base a precise routine e il ruolo del lavoratore era quello di sorvegliare e alimentare i macchinari, come se ne fosse parte integrante. All’inizio del XX secolo, con l’avvento delle linee di produzione, nel mondo imprenditoriale si diffusero la standardizzazione e la produzione di massa.
Mentre la Ford Model T è considerata una pietra miliare dell’industrializzazione, Henry Ford si chiese “perché ogni volta che ho bisogno di un paio di braccia, ci trovo attaccato anche un cervello?”
Se la produzione era aumentata, si era inasprito anche il conflitto tra la direzione aziendale e il personale. Le condizioni di lavoro erano misere e le imprese ignoravano l’aspetto sociologico del lavoro: la produttività era più importante delle persone.